Stress da lavoro:
 

INDAGINE SULLA PATOLOGIA DA STRESS LAVORATIVO.
L'INDAGINE E' STATA CONDOTTA IN COLLABORAZIONE TRA LA FISAC/CGIL DELLA CAMPANIA E L'ASL N° 1 DI NAPOLI, (AMBULATORIO SPECIALIZZATO PER I DISTURBI DA DISADATTAMENTO LAVORATIVO).

Stress e mobbing

Lo stress da lavoro e il mobbing sono cose diverse, ma collegate tra di loro. 
Lo stress è il risultato di una serie di fattori di organizzazione del lavoro: sforzo richiesto e latitudine dell’autonomia decisionale, comfort fisico e emotivo dell’ambiente di lavoro, meccanismi di distribuzione del lavoro e delle ricompense, e molti altri. 
Il mobbing (dando a questa parola il significato ampio che oggi si intende darle) è l’insieme di azioni personali e impersonali, individuali e di gruppo che incidono in modo significativo sulla condizione emotiva di un lavoratore o di un gruppo di lavoratori. 
Il mobbing produce stress e lo stress da lavoro facilita l’insorgere e il persistere di situazioni di mobbing.

Da alcuni decenni i ricercatori hanno posto l’attenzione sullo stress da lavoro, che viene considerato non solo nocivo e pericoloso per la salute psichica e fisica dei lavoratori, ma anche un fattore di inefficienza gestionale ed economica per l’azienda. 
Uno studioso americano molto noto per le ricerche sullo stress da lavoro, R. A. Karasek, ha messo a punto un modello di misurazione che individua due fattori fondamentali:

  • le richieste del lavoro

  • la latitudine dell’autonomia decisionale

L’indagine condotta con i lavoratori del settore bancario-assicurativo

Lo studio osservazionale condotto nel 2000 dalla FISAC con il supporto tecnico dell’Ambulatorio Specializzato per i Disturbi da Disadattamento Lavorativo dell’ ASL NA1, ha interessato un gruppo di Aziende campane impegnate nel campo assicurativo e bancario.

La fase di rilevazione si è svolta in un lasso di tempo di circa due mesi (luglio-settembre 2000), facendo compilare a una popolazione di 745 lavoratori un questionario auto-somministrato

La costruzione dello studio è basata sulla somministrazione simultanea di tre strumenti di valutazione che valutano per ciascun soggetto la gravità dei fattori di stress nell’ambiente lavorativo da una parte, e l’intensità di sintomi di sofferenza psichica dall’altra.

La scala di valutazione dello stress lavorativo è una versione ridotta del questionario sullo stress da lavoro adottato dall’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano: con essa si valutano indipendentemente i seguenti fattori di organizzazione e di salubrità dell’ambiente lavorativo:

a) Possibilità di controllo
b) Relazioni sociali
c) Esigenze di lavoro
d) Sovraccarico quantitativo e distribuzione del lavoro
e) Pressione lavorativa
f) Vincoli
g) Stima
h) Supervisione
i) Chiarezza dei ruoli nel lavoro
j) Soddisfazione nel lavoro e nella vita

I punteggi registrati nelle risposte a ciascuno di questi fattori esprimono il grado di "sofferenza" nello specifico settore, così come è valutato dal lavoratore.

L’intensità dei sintomi di sofferenza psichica è stata misurata con due scale

La scala di ZUNG misura la presenza e l’intensità dei sintomi depressivi

La scala R.F.L. (Reasons for Living Inventory) misura le motivazioni a vivere dell’intervistato.

Analisi dei risultati del questionario di ZUNG

I punteggi del questionario di Zung misurano la presenza e l’intensità di sintomi d’ansia e depressione: i valori bassi corrispondono ad una condizione di benessere, quelli alti a condizioni di ansia e depressione di gravità crescente.

La suddivisione in classi adottata da noi ricalca le corrispondenze osservate dall’autore del questionario tra punteggi e classi diagnostiche.

Lo schema di interpretazione dei punteggi dello Zung è il seguente:

1. 0-30 benessere;
2. 31-40 disturbi situazionali transitori;
3. 41-50 disturbi d’ansia;
4. 51-60 disturbi depressivi ;
5. 61-80 disturbi depressivi gravi.

Analizzando il grafico delle frequenze, si nota che la condizione di "benessere" si riscontra in una percentuale media del 22-23%, dai dati scorporati per fascia di età emerge che questo risultato è più frequente nell’età giovanile (26%circa) e meno frequente nella fascia anziana (17,5% circa).

La condizione definita "disturbi situazionali transitori", interessa il 45%, degli intervistati..

I "disturbi d’ansia" riguardano il 25% della popolazione in esame (20 % fascia d’età giovanile; 30% fascia anziana)

I "disturbi depressivi" riguardano il 6% della popolazione in esame in modo piuttosto omogeneo dai 31 ai 65 anni.

I "disturbi depressivi" seri sono più rari e presenti prevalentemente nella fascia d’età più anziana.

Analisi dei risultati del R.F.L. INVENTORY

Questa scala misura le motivazioni a vivere (reasons for living): i punteggi alti corrispondono ad una condizione clinica di benessere e propositività, mentre i punteggi bassi corrispondono alla presenza di ideazione suicidaria di gravità crescente..

La scala dei punteggi è stata suddivisa nelle seguenti cinque classi:

1. 24-50 ideazione suicidaria grave;
2. 51-80 ideazione suicidarla seria;
3. 81-100 ideazione suicidarla sporadica;
4. 101-120 condizione benessere I;
5. 121-144 condizione benessere II.

La condizione definita "ideazione suicidaria seria" (punteggio 51-80) si riscontra con frequenza maggiore nella fascia da 31 a 65anni con una percentuale che va dal 3,6% al 4,7%.

L’ideazione suicidaria sporadica (punteggio 81-100) si riscontra maggiormente nelle fascia d’età che va da 31 a 65anni, con un range che va dall’11 % al 23,5%; il fenomeno è più accentuato nella fascia d’età 51-65anni (23,5%).

Le "condizioni di benessere" si riscontra maggiormente nella fascia giovanile (18-30anni) dove si verifica l’81,3% di benessere, mentre nella fascia più anziana (51-65 anni) questa scende al 20%circa.

La misurazione dello stato di salute

L’esame generale dei risultati ottenuti dall’analisi delle scale cliniche ci permette 2 tipi di valutazioni:

la prima riguarda l’attendibilità delle risposte: la distribuzione nelle diverse fasce di età ( maggiore presenza di sintomi depressivi nell’età più avanzata e più "entusiasmo" nei giovani, corrispondono ad un dato ragionevolmente attendibile);

la seconda riguarda la grande percentuale di persone che "non stanno bene":

46% di Disturbi Situazionali Transitori (cioè di persone che lamentano una condizione di disagio e sofferenza

23% di persone che sarebbero affette da Disturbi d’ansia clinicamente rilevanti

7% di persone affette da Disturbi Depressivi

17,5 % delle persone presenta una ideazione da sporadica (13,9 %) o seria (3,5%).

 

Queste percentuali andranno confrontate con quelle di studi analoghi nella popolazione generale per poter calcolare dei rischi specifici di questo gruppo di persone, ma già da questo primo esame si può affermare la quota di malessere è rilevante.

La correlazione tra fattori di stress e stato clinico

L’utilizzo dei tre strumenti di valutazione è servito, non solo a misurare indipendentemente il grado di stress sul lavoro e la condizione di salute psichica dei lavoratori, ma anche e soprattutto a valutare se c’è una relazione di causa-effetto tra stress da lavoro e patologia psichica. Questa relazione è stata misurata con un test statistico che si chiama coefficiente di correlazione:

Le domande del questionario sullo stress da lavoro sono organizzate in gruppi che indagano diversi fattori di stress:

a) Possibilità di controllo
b) Relazioni sociali
c) Esigenze di lavoro
d) Sovraccarico quantitativo e distribuzione del lavoro
e) Pressione lavorativa
f) Vincoli
g) Stima
h) Supervisione
i) Chiarezza dei ruoli nel lavoro
j) Soddisfazione nel lavoro e nella vita

Di ognuno di questi fattori è stata valutata, applicando il test di Pearson, la correlazione con i valori riportati nelle scale cliniche (la scala della Depressione di Zung e il Reasons for Living Inventory)..


E’ stata riscontrata una correlazione statisticamente significativa tra i fattori a), b), c), d), g), h), i), e J) e i valori di sofferenza psichica riportati nel questionario di Zung.

Questi fattori dell’organizzazione del lavoro hanno dunque una probabile influenza significativa sulle condizioni di salute del lavoratore.

Utilità del risultato, sviluppo e applicazioni future

Il lavoro svolto documenta l’ipotesi del legame causale tra lo stress da lavoro e lo stato di sofferenza psichica: tali dimostrazioni sono necessarie per documentare il nesso di causalità tra fattori ambientali e danno biopsichico.

Ulteriori indagini potranno rinforzare l’ipotesi e fornire dati più analitici

La valutazione con questionari è un metodo di analisi dell’ambiente di lavoro già in uso in altri paesi. La ripetizione dell’indagine nel corso del tempo può permettere di monitorare l’ambiente di lavoro dal punto di vista della salubrità psichica; è importante a tal fine sviluppare un metodo di indagine standardizzato di cui sia nota sensibilità e specificità.

Il metodo del questionario può essere adottato anche per individuare precocemente soggetti a rischio di depressione o di suicidio e intervenire tempestivamente sul soggetto e sull’ambiente, in collaborazione con i medici competenti previsti dalla Legge 626.

 

 

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